Per molti
anni ho ritenuto che l’olio dovesse essere un ingrediente “silente”, un
condimento necessario, ma celato al gusto. Almeno era quello che si pensava in casa mia, olio rigorosamente non extravergine perché, in
caso contrario, sarebbe stato troppo invasivo. Con il tempo e, soprattutto con il
blog, ho capito che c’è olio e olio e la sola distinzione tra olio d’oliva e
olio extravergine è del tutto riduttiva.
Il primo punto fermo è che l’olio deve
essere extravergine e, tra questi, ci sono moltissime differenze, date dai
cultivar, dalla cura degli olivi, dalle caratteristiche del suolo dove
crescono, dalle condizioni climatiche, dal tempo che intercorre dalla raccolta
alla frangitura, dal tipo di frangitura e dalla conservazione. Ogni olio è
diverso dall’altro e esprime un bouquet aromatico molto personale che, solo un
assaggiatore d’olio esperto può riconoscere. Se anche solo uno dei passaggi della
filiera sarà in difetto (troppo tempo tra la raccolta e la frangitura con
relativo stoccaggio delle olive o una cattiva conservazione), la qualità dell’olio
ne risentirà.
L’assaggiatore, per il panel test, ha un bicchierino scuro perché non
è importante vedere l’olio quanto sentirne il profumo e il gusto. Non bisogna
lasciarsi guidare dalla vista e dal fatto che se un olio è verde sarà più di
qualità, queste caratteristiche dipendono dalle olive, alcune come le
taggiasche della Liguria non saranno mai verdi brillanti come un moraiolo o un
frantoio toscano.
Dall’assaggio di un olio possiamo sentire l’amaro, il fruttato e il piccante, aspetti positivi dell’olio ma anche una serie di difetti che l’olio può avere. Non tutti gli oli sono piccanti o amari, alcuni sono dolci, è bene che il consumatore scelga tra prodotti diversi e che li usi in cucina, a seconda del tipo di piatto. Se faccio un dolce o cucino del pesce delicato, utilizzerò oli del Garda o Liguri invece che toscani, ad esempio, che hanno un gusto più piccante e deciso. L’olio accompagna una pietanza, la esalta ma non la copre. L’importante è assaggiare e riconoscere le differenze per farne l’utilizzo migliore. Con l’olio non ci si può accontentare bisogna pretendere quello più adatto.
Il nostro
patrimonio olivicolo è molto vasto, basti pensare che esistono 611 tipi di olivi
diversi. Pretendiamo di scegliere allora.
Ho
assaggiato questo tipo di ravioli proposti dallo chef stellato Cristiano Tomei
qualche anno fa a Extra Lucca, manifestazione legata all’olio, ne sono rimasta
affascinata. Ho voluto riproporli qui per celebrare la Giornata Nazionale dell’Olio Extravergine d'oliva
per il Calendario del Cibo Italiano, facendo un mix tra le ricette di Tomei e
dello chef Carlo Bresciani. Per creare un ripieno d’olio si possono percorrere
3 strade: fare un’emulsione utilizzando la gelatina in fogli, l’agar agar o il
burro di cacao, così da addensare l’olio e poterlo usare come farcia. Ho
preferito l’emulsione con il latte e la gelatina di Tomei perché volevo
utilizzare un olio deciso dell’azienda agricola Il Colletto di Pieve di
Camaiore, a due passi da casa. E’ un olio extravergine di qualità da cultivar Frantoio,
Leccino e Moraiolo, estratto a freddo a poche ore dalla raccolta nel frantoio
dell’azienda. Hanno una produzione limitata ma molto molto buona. Volevo che il
sapore si sentisse, una volta che, cotto il raviolo, al morso, il ripieno
sprigionasse l’aroma pungente, smorzato leggermente dal latte. Per il condimento
ho scelto invece i carboni di olive dello chef Bresciani, una bontà che può
provocare dipendenza. Consiglio di fare ravioli piccoli così da
Per i Ravioli
Farina tipo
1 macinata a pietra 400 g
Uova 4
Olio
extravergine d’oliva toscano 220 ml
Latte 220 ml
Sale 5 g
Parmigiano
40 g
1 foglio di
gelatina
Panna da
cucina 4 cucchiai
Scorza di
limone q.b.
Per i carboni di olive nere:
Olive nere una manciata (ma fatene di più ve lo consiglio)Per i carboni di olive nere:
Zucchero un cucchiaio
Acqua 250 ml
Per condire
Panna da cucina 4 cucchiai
Scorza di mezzo limone non trattato
Carboni di olive nere
Mettere la
farina a fontana su un piano da lavoro, versare le uova al centro e con una
forchetta cominciare a sbatterle incorporando via via la farina. Quando l’impasto
si è formato lasciare la forchetta e cominciare a lavorarlo con le mani fino ad
avere un impasto elastico e liscio. Avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo
riposare per almeno mezz’ora. In una casseruola scaldare il latte con il sale, appena
prima che inizi a bollire toglierlo dal fuoco e aggiungere la gelatina,
precedentemente, ammorbidita in acqua fredda. Versare l’olio a filo nel
composto montandolo con un frullatore ad immersione, alla fine aggiungere il
parmigiano. Quando sarà raffreddato mettere il composto in una sac-à-poche.
Nel
frattempo stendere la pasta fine e con la sac-àpoche mettere delle piccole
sfere di ripieno ben distanziate fra loro. Ripiegare la pasta su se stessa e
coppare con un coppa pasta tondo piccolo.
Per i carboni di olive: bollire le olive in acqua e
zucchero per 5 minuti, stenderle su una placca rivestita di carta ed essiccarle
in forno per 3 ore a 80 °C. Cuocere in
acqua bollente i ravioli, scolarli, adagiarli su un piatto con un filo di panna
scaldata e salata, finire il piatto con la scorza di limone.
I tuoi ravioli sono molto invitanti e il post utilissimo! Complimenti 🤗
RispondiEliminaGrazie.
EliminaMa che delizia questa pasta ripiena... anche per me l'olio è passato sempre un pò silente... ora che vivo con un appassionato di oli e che ha lavorato per tanti anni nel settore è tutta un altra storia! A presto LA
RispondiEliminaMeno male, io quando mangio a casa di mia mamma l'unica cosa che cambierei è proprio l'olio. Grazie.
EliminaAnnarita ma le olive le sbricioli sopra? La ricetta è interessante la proverò, poi con l'olio è buono tutto
RispondiEliminaSì Tamara , diventano secche e si sbriciolano, sono una droga.
Eliminada fare a razzo!!!
RispondiEliminaPiatto di altissimo livello, complimenti! Che belli questi ravi-oli :-D
RispondiEliminaFabio
anche se non ti firmavi, avevo capito che eri tu, chissà perchè :D
EliminaExtra offre degli spunti veramente interssanti. Questi ravioli dovrebbero essere provati appena possibile. E le olive essiccate in forno le adoro ...
RispondiEliminaDoppio u-a-u ...e per il post e per la ricetta, assolutamente da provare.
RispondiEliminaUna premessa che faccio anche se so che lo sai, ma soprattutto per i tanti lettori che ti seguono: l'olio d'oliva NON è OLIO EXTRAVERGINE. L'olio d'oliva, senza dicitura extravergine, è un elemento che non andrebbe neanche consumato, in quanto prodotto da raffinazioni chimiche tese ad abbassare il tasso di acidità (elevatissimo) e spesso prodotto da miscele di oli di chissà quale provenienza. Se fosse per me, non dovrebbe neanche stare sul mercato, ma tant'è.
RispondiEliminaLa gente non lo sa ed io non smetto mai di dirlo.
Venendo a noi, feci dei tortelli all'olio per la sfida sulla pasta ripiena cercando di imitare quelli del Ristorante Caino, inarrivabili, ma mi si aprì un mondo. I miei erano rossi, i tuoi in bianco, ma intriganti come non mai. Un post davvero bellissimo con una ricetta a cui dico "chapeau".
Non avevo dubbi!
Ti abbraccio tesoro bello.
Pat