E’ stato il tormentone di questi giorni sui social: #questoepiubello (spero che nessuno dei miei amici si sia stizzito di questo e anzi abbia apprezzato perché, a titolo personale, preferisco di
gran lunga svegliarmi la mattina e vedere dei figaccioni o scene di film o
ascoltare vecchie canzoni che essere sopraffatta da colazioni, piedi e selfie di tutti i tipi, senza soluzione di continuità) e oggi possiamo svelare l’arcano: è uscito il
secondo volume della collana dell’MTC Insalate da Tiffany.
Cosa posso dire se
non che questo è più veramente più bello? non che il primo non lo fosse, ma
questo è più raffinato, elegante, divertente e completo. A testimonianza che la
community dell’MTC è professionale, coesa, creativa e in continuo divenire.
Il tema, naturalmente verte sulle insalate della sfida della
celebre Caesar Salad, suddivise in due parti: le "insalate da
Tiffany", vale a dire quelle che ricreano lo spirito della Belle Epoque,
quando questa portata ebbe finalmente una collocazione di tutto rispetto nei
menu: e "50 pezzi facili" ossia ricette più veloci, ma non per questo
meno appetitose e "nobili".
Nel mezzo, una sezione dedicata ai condimenti, alle emulsioni,
agli olii- aceti-sali aromatici fatti in casa e tutt'intorno le solite
rubriche, dalla storia alla tecnica etc etc.
Nel libro c’è anche una mia ricetta ed è per questo motivo che
un dì di qualche mese fa con Cristina e Arianna andammo a Genova per aiutare
Alessandra l’ideatrice, la regista, la coordinatrice…insomma la wonder woman
dei libri dell’MTC a cucinare le ricette per fare le foto. Tra professionalità, quella del fotografo soprattutto, e goliardia, la nostra, ho passato una giornata
stupenda a casa della suocera di Alessandra (santa donna), trasformata in quei giorni in set,
accoglienza volontari, mensa, bazar, souq etc etc. Mentre quelli seri
sceglievano le stoffe, i props e posizionavano le luci, cercando di non far volare a terra, preziosi
Lalique e rompere pezzi unici, rischiando insanabili strappi familiari, la bassa
manovalanza affettava, puliva, cuoceva, arrostiva, friggeva, rosolava,
gratinava, bolliva, bruciava e allestiva i piatti da fotografare con tocco creativo anche se, ogni tanto, l’atmosfera si
faceva vagamente da gita scolastica e le risate prendevano il sopravvento . Mi ricordo di un certo rafano...vero Mazzetta?
Il
fotografo, Paolo Picciotto, con una sensibilità e una pazienza davvero infinite ha
esaltato ogni piatto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti ormai, foto
meravigliose, intense che ricreano perfettamente le atmosfere della Belle
Epoque.
Un plauso particolare va a Mai, che mai e poi mai (non resisto a
questo giochino) avrei creduto capace di poter realizzare disegni così belli, particolari
e spiritosi.
Ridiamo perciò alle insalate la giusta importanza, non solo
tristi compagne di dieta ma, piatti ricchi di sapore, colore e allegria
il libro è edito da Sagep Editori
le fotografie sono di Paolo
Picciotto
le illustrazioni di
Mai Esteve
l'impaginazione è di Barbara Ottonello di Sagep Editori
la direzione editoriale è di Fabrizio Fazzari
il prezzo è di 18,00 euro.
Se volete acquistarlo on line, è disponibile da oggi sul sito di Sagep Editori e nei prossimi giorni su Amazon , ai seguenti link
Sagep Amazon
Acquistando una copia di Insalata da Tiffany, contribuirai alla
creazione di borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri, un progetto
rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e che si propone di
insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in uno spazio che ricrea
l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe di una volta- dal
ciabattino, al sarto, al mastro birraio e, ovviamente, anche al cuoco. La
Piazza dei Mestieri si ispira dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze
di una volta, dove persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo
di osmosi culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la centralità
del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in questa Piazza un
punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi con uno sguardo positivo
e fiducioso nei confronti della realtà, derivato proprio
dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla
valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte,
alla musica e al gusto.
Ricordo con grande piacere la giornata genovese!! Io sono stata più esplicita nel mio post a proposito del rafano ;-)
RispondiEliminaVedo che anche tu hai aderito a questa bella iniziativa. E c'è anche una tua ricetta, brava!
RispondiEliminaVista la vs premessa, sono contenta oltre belle ricette di trovare anche splendide immagini, adoro il Vintage e gli oggetti che hanno un vissuto! sprigionano tutto un altro sapore, proprio come le vostre insalate! Tanti complimenti ;)
RispondiEliminaRafano?? Quale rafano? Io non so niente!! :P :P :P
RispondiEliminaCome dicevo nel post di Cristina è un esperienza che va assolutamente ripetuta, ho riso da quando siamo salite in macchina la mattina fino a quando ci siamo salutate...il rafano è stato "solo" un intermezzo che va assolutamente tramandato ai posteri!! :D