Anche se non c’è un bel sole di inizio primavera ad accoglierti ma, un cielo pazzerello di marzo, la vista della campagna toscana è sempre un’esperienza unica. Da toscana doc, abituata ad una vita di paese, rilassata e lontana dai ritmi frenetici della città, davanti alla vista di tanto verde, alle linee precise dei filari, alle fattorie sparse e ai rumori ovattati del lavoro in campagna, mi sento proiettata in un altro tempo, dove i ritmi sono quelli della natura e dove, saper aspettare, diventa una qualità.
Arrivando alla Fattoria San Michele a Torri a Scandicci (FI) pensavo proprio a quanto, poter tornare indietro a coltivare la
terra sia una fortuna. Non sto parlando di fare l’orto, anche se quello è un
hobby/passione che rincorro ogni anno, parlo di far produrre un territorio
tanto generoso come quello toscano, secondo, però, cicli naturali.
Fattoria San Michele a Torri (FI) |
Alla fattoria
mi accoglie Nani, da anni lavora in fattoria e ne parla come se fosse un po’ anche
sua, come chi in quel luogo si sente a casa e in famiglia. Racconta dei 200
ettari della proprietà divisi tra vigneti, oliveti e boschi per la legna che viene
impiegata per produrre calore in impianti a biomassa. Una parte è a seminativo
con produzione di grano, farro, cece, mais, favino e zafferano. Vengono
allevati maiali di cinta senese e fino allo scorso anno anche bovini di razza
chianina e angus. Razzolano felici anche 150 galline. L’azienda è certificata
biologica dal 1993. Una parte della produzione serve per un ristorante che la
proprietà ha in centro a Firenze, un negozio di prodotti biologici della
fattoria e un pastificio sempre a Firenze.
I vigneti si estendono per 60 ettari. Il vitigno più importante è il Sangiovese ma esistono anche vitigni complementari come Colorino, Merlot, Cabernet e Sauvignon. La produzione è di circa 250 mila bottiglie di cui 2 Chianti Classico Docg I Casali e Tenuta La Gabbiola e Tenuta La Gabbiola Riserva , un Chianti Colli Fiorentini Docg San Michele a Torri e una riserva San Giovanni Novantasette, un Colli della Toscana Centrale Igt Chicchirossi, un bianco Igt Campotrovo Bianco e un vino rosato Igt Colli della Toscana Centraleai quali vanno aggiunti un Vinsanto Doc Colli dell’Etruria Centrale e un Aleatico Igt Colli della Toscana Centrale.
Fiore all’occhiello è Murtas IGt Colli della Toscana Centrale un
supertuscan che porta il nome del cantiniere per per 49 anni ha lavorato in
fattoria. Un tributo di riconoscenza da parte della proprietà che ha un sapore
quasi poetico.
L’uva raccolta a mano viene selezionata e il vino fatto
fermentare in tini di cemento per depositare la feccia e poi portato nella
cantina della villa cinquecentesca e affinato in botti di rovere francese e
sloveno.
Interessante è anche la Grappa di Vinaccia di Chianti.
Dagli oliveti una parte di olive serve per l’extra vergine d’oliva
San Michele delle Torri e una parte per il Laudemio, un consorzio nato da
piccoli coltivatori per la realizzazione di un olio speciale che segue
protocolli particolari di frangitura e imbottigliamento. Quello che ne viene
fuori è un olio di una qualità eccezionale e una bontà da provare sul pane. Pane
che si può trovare in fattoria fatto con le farine prodotte, sia come pane
toscano che pane con avena, semi di lino e di girasole. Il piccolo punto
vendita della fattoria ha a disposizione i salumi di cinta, il miele prodotto
in fattoria, il pane, le uova, i vini, l’olio e un piccolo ristoro dove i
visitatori e i clienti possono fermarsi per un winetasting.
I prodotti della fattoria hanno due punti vendita a Firenze e un
ristorante dove possono essere gustati cucinati dallo chef.
Nani ci racconta che nella villa durante la II Guerra Mondiale trovarono
rifugio donne, bambini e uomini feriti, curati da neozelandesi maori che ogni
anno ritornano alla villa. Molti sono gli stranieri che si fermano a
sorseggiare un bicchiere di vino accompagnato dai salumi e dalla bruschetta.
Un altro prodotto il succo d’uva, ha stregato il pargolo che sia
durante la visita che a casa ha continuato a assaporare rapito questo nettare
dolce. Ho pensato di trasformarlo in
gelatina da mangiare con lo zucchero o da accompagnare ai formaggi.
Succo di
succo d’uva 200 ml
Zucchero 200
g
Colla di
pesce 14 g
Zucchero bianco
per decorare
Lasciare i
fogli di colla di pesce in una ciotola piena d’acqua. In un pentolino versare
il succo d’uva con lo zucchero, mescolare e portare ad ebollizione. Togliere
dal fuoco e unire la colla di pesce ben strizzata. Mescolare fino a farla
sciogliere completamente. Versare lo sciroppo ottenuto in uno stampo da ghiaccio
o da cioccolatini e lasciar raffreddare. Mettere lo stampo in frigo per almeno
qualche ora. Togliere le gelatine dagli stampini aiutandosi con un coltellino affilato
e passarle nello zucchero.
Un paio di anni fa, per andare da Firenze a Siena ci affidammo al navigatore... un paio dore ci mettemmo :))) ci fece circumnavigare tutta campagna toscana! ne approfittammo per goderci il panorama, davvero mozzafiato... i colori caldo e i profumi delicati... bellissimo.
RispondiEliminaE bellissimi i cuoricini d'uva!! e cadono giuste giuste che in questo periodo praticamente gelatinizzo la qualunque!
Ciao Annarita, buona giornata!
Ne vado matta!!!
RispondiEliminaauguri di Buona Pasqua :)