Mi accorgo solo adesso di aver sempre parlato della Garfagnana
raccontando quella della mia infanzia, di averlo fatto con gli occhi del
cuore, attraverso i ricordi e le emozioni ma, mai spiegando quella che è
diventata oggi. Ci voleva la voglia di far conoscere la mia terra ad altri
foodblogger per aprire finalmente gli occhi su una realtà che è tanto cambiata,
pur rimanendo fedele a se stessa. Con l’Unione dei Comuni della Garfagnana, il
Consorzio Garfagnana Produce e l’AIFB ,è stato realizzato un blogtour di 3 giorni
che ha visto protagonisti 13 blogger, me compresa, alla scoperta della
Garfagnana. Con l’aiuto impagabile di Antonella Poli responsabile dello I.A.T.Garfagnana, ufficio turistico dell’Unione Comuni Garfagnana tutto è filato liscio fin dal primo incontro,
con una puntualità che non mi aspettavo, provenendo alcuni da Milano, Roma e
persino dalle Marche. Unica nota negativa il cielo grigio e la pioggia a tratti
ma, il clima garfagnino questo prevede a ottobre.
Prima tappa la Fortezzadi Mont’Alfonso che fu costruita per volontà di Alfonso II d’Este tra il 1579 e
il 1586, per difendere Castelnuovo Garfagnana e gli altri territori estensi dalla
Repubblica di Lucca e dai fiorentini.
Il complesso
ha con una cinta muraria di 1150 metri, 7 baluardi, un camminamento per la
ronda e due porte e custodisce al suo interno diversi edifici.
Per me è solamente la fortezza, quella che ho sempre visto,
imponente, affacciandomi dalla finestra di casa, quella dove d’estate, quando
ancora era regno di nessuno, andavamo con gli amici lungo la stradina impervia
che conduce all’ingresso principale, a guardare le stelle nel buio più totale.
Era la gitarella domenicale con il mio papà che mi raccontava la storia degli edifici e
mi faceva vedere le carceri e i segni dei carcerati per cercare di contare i
giorni che passavano. Un luogo lugubre quello delle carceri ma allo stesso
tempo affascinante, così pieno di storie da raccontare. Oggi è tutto cambiato e
in meglio, la Provincia di Lucca con una sapiente opera di restauro l’ha
riportata a nuova vita regalandole stile e bellezza. Oggi è sede
di convegni, concerti e mostre, c’è un ristorante dal quale si può godere una
vista a 360°C sul territorio.
Dopo un veloce briefing con il sindaco di Castelnuovo, Andrea
Tagliasacchi, Paolo Fantoni e Sandro Pieroni rispettivamente Presidente e
dirigente dell’Unione dei Comuni della Garfagnana, abbiamo visitato la mostra Orlando Curioso dove, la famosa opera di Ludovico Ariosto (già governatore estense in
Garfagnana dal 1522-1525) viene interpretata dai migliori vignettisti di Lucca
and Comics esaltando la fantasia dei personaggi alla eterna ricerca di ciò che
non troveranno mai. Ambientata nella Casa dell’Atlante, si dipana tra video,
disegni, e ricostruzioni 3D, guidando verso un viaggio nel fantastico, un modo
molto creativo di avvicinarsi ad un’opera che tutti abbiamo studiato a scuola.
Come in ogni blogtour che si rispetti il cibo ha
un’importanza tutt’altro che secondario e, quale miglior modo di iniziare ad
assaggiare prelibatezze garfagnine se non all’Osteria del Vecchio Mulino? In
una atmosfera quasi casalinga, calda e accogliente, abbiamo gustato salumi
(mondiola, biroldo e prosciutto bazzone), torte salate (di patate e di farro) e
formaggi (pecorini e ricotta della Garfagnana) accompagnati da vari tipi di
pane (di castagne e di patate) con Andrea, il proprietario che ci spiegava ogni
ingrediente con grande passione.
E’ bastato veramente poco per fare di un
gruppo eterogeneo di persone, un gruppo festante e unito.
Un saluto ad Andrea e siamo ripartiti con Carmine, il nostro
autista, cortese e disponibile, quasi fossimo in gita in direzione Sillicagnana
al Centro di lavorazione del farro Garfagnana Coop dove Lorenzo Satti, il
Presidente ci ha spiegato tutta la lavorazione del farro e dei tanti prodotti
che si commercializzano in Garfagnana, dal grano saraceno, alle marmellate,
alle castagne.
Sono cresciuta nella Garfagnana cui nessuno voleva appartenere
se non i suoi abitanti, in quella zona definita "depressa", nella quale nessuno
credeva. Con l’aiuto dei fondi europei e un forte attaccamento alla tradizione
e ai valori di questa terra che un tempo le persone abbandonavano per cercare
un destino migliore, oggi la Garfagnana è diventata sinonimo di sostenibilità e
di qualità della vita. Per questo, vedere concretizzati i sogni di un tempo,
sapere che oggi chi viene può godere della natura e dei prodotti semplici della
mia terra, mi riempi di orgoglio e in un certo senso anche di stupore. Ogni
volta che in un supermercato trovo lo scaffale dedicato, con prodotti made in
Garfagnana come marchio di qualità, mi scappa sempre un sorrisetto compiaciuto. Oggi
se la Garfagnana è un brand lo si deve proprio a quel modus vivendi che un tempo
era poco considerato, quel vivere senza correre che oggi è tanto apprezzato e
alla costanza e alla tenacia di chi ha voluto credere proprio in questo.
La prima giornata si è conclusa con la visita alla Fortezza
delle Verrucole, un luogo davvero magico. Aspettavo con impazienza questa
visita perché per me è sempre stato il posto del cuore. Ci andavo da piccola
con mio papà e fantasticavo di chi stava sopra la porta a proteggere la fortezza
dai nemici gettando loro olio bollente e camminavo per il lungo prato interno
pensando che nessuno l’aveva mai espugnata. Oggi non è un semplice passeggio domenicale ma
un vero viaggio nel passato.
Grazie a Diego e Giulia e all’archeopark che hanno
realizzato e che gestiscono con passione, i visitatori sono accolti da una guida
in abito storico che racconta gli ambienti ricreati nel maschio appena
restaurato. Ecco che in un attimo il visitatore si sente proiettato nel XIII
sec. Tra allestimenti e ricostruzioni di ambienti della casa con strumenti di
uso comune o armi. Una fitta pioggerella e una nebbia bassa ci facevano davvero
sentire in un’altra epoca. Ancora poco e pensavamo di essere arrivati a
Frittole..... Prima della cena un "aperitivo medievale" alla Taverna del Ratto
Guerriero con idromele, ambrosia, sidro e ippocrasso, servite da un oste in
abiti medievali e accompagnati da una frolla ripiena di miele e frutta secca.
La serata all’Osteria delle Verrucole all’insegna dei piatti
garfagnini più tipici, dalla polenta incagiata ai maccheroni e della compagnia dei
blogger ormai ben assortita.
A nanna presto che una lunga giornata ci aspetta.
La ricetta è una crostata realizzata con la farina di farro
integrale e marmellata di lamponi dell’“Az. Agricola Il Grillo” di Giuncugnano.
Per la frolla al farro integrale
Farina di farro integrale 200 g
Farina 00 300 g
Zucchero 160 g
Tuorli 4
Burro 200 g
Scorza di 1 limone bio
Marmellata di lamponi
Disporre la farina a fontana aggiungere il burro
ammorbidito, lo zucchero e la scorza di limone poi incorporare le uova una alla
volta e impastare fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido. Mettere in
frigo per almeno un’ora. Stendere la pasta velocemente e sistemarla in una
teglia imburrata e infarinata. Bucare il fondo con i rebbi di una forchetta. Riempire
con la marmellata e utilizzare la pasta rimasta per fare le strisce decorative
a piacere. Infornare a 180°C per circa 30 minuti.
Che bello leggere dei tuo ricordi di bambina Annarita...ancora un altra sfaccettatura di questa terra bellissima, ne sento la nostalgia anche io che non l'ho vissuta...potere delle parole e dei sentimenti! :-)
RispondiEliminaHai tutte le ragioni di essere orgogliosa della tua "garfagninità" e io sono davvero felice di averla scoperta...diciamo di averne avuto un assaggio, perché c'è ancora tanto da scoprire!
Grazie per avercene dato la possibilità.
Alice
Cara Annarita che bello averti incontrata di nuovo in posti incantati e meravigliosi! Un racconto pieno di amore il tuo, un amore che viene dai tuoi ricordi, dalle persone importanti della tua vita, dalle tue radici, e per questo motivo emoziona. Ti sono davvero grata per avermi dato la possibilità di condividere queste meravigliose giornate che mi hanno fatto conoscere la Garfagnana molto meglio di prima.
RispondiEliminaE che dire della crostata? Una garanzia la tua ricetta e la bontà del farro garfagnino.
Un saluto affettuoso
Maria Teresa
Grazie per aver condiviso questo viaggio virtuale concludendolo con questa ricetta che sa di vecchi ricordi ed allo stesso tempo di genuinità
RispondiEliminaGrazie per questo viaggio nelle tue terre, così vicine a me ma così poco visitate...e leggerti mi ha fatto venire voglia di rimediare!! Bellissima e sicuramente gustosissima la tua crostata :)
RispondiEliminaBello vedere quei sacchettini di farina con i nastrini rossi tenuti fermi dall'etichetta, è la farina che uso sempre io per fare il pane! La trovo a Firenze alla Cooperativa Agricola di Legnaia, e dopo vari tentativi e prove con altre farine ormai uso solo quella!
RispondiEliminaBello vedere quei sacchettini di farina con i nastrini rossi tenuti fermi dall'etichetta, è la farina che uso sempre io per fare il pane! La trovo a Firenze alla Cooperativa Agricola di Legnaia, e dopo vari tentativi e prove con altre farine ormai uso solo quella!
RispondiEliminaVedi come è piccolo il mondo? mi fa piacere sapere che la trovi e soprattutto che ci piace. Un bacio.
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