In una mattina di metà marzo, in una delle prime giornate
di sole dopo un lungo inverno, l’aria frizzantina, il treno che arriva così
puntuale da chiederti se è tutto vero, Firenze mi accoglie con la sua
bellezza che si scorge già appena fuori la stazione. Noto subito un gruppetto
di amiche blogger alle quali mi aggiungo, tra gridolini di soddisfazione e giubilo,
e poi l’incontro con Federico che organizza con Cristina e Benedetta il
Laudemio tour, è ritrovare un vecchio compagno del liceo che non vedevo da
tempo. Quando anche l’ultima del gruppo arriva, si parte e già il clima è
quello da gita di scuola, tanto entusiasmo e molta curiosità.
Poche curve e dalla città ti ritrovi mille km lontano e cento
anni indietro, invece sei solo tra Fiesole e Settignano alla Fattoria di Maiano. Ci
accoglie il Conte Meari Fulcis che ci accompagna sulla terrazza dalla
quale, Firenze, sembra di poterla quasi toccare, e ci racconta la storia di
quella che è un vero e proprio feudo di 300 ettari.

Nel 1850 John Temple
Leader, ricco e stravagante uomo politico inglese, comprò, come si dice, a cancello chiuso, cioè tutto ciò che era contenuto nella storica
residenza. Lunghi anni di restauri restituirono la Villa di Maiano agli antichi
splendori, con l’aggiunta di un piano ed una torre goticheggiante con loggia. Fece
inoltre impiantare boschi, costruire giardini, un laghetto e percorsi romantici.
Alla morte del Leader, nel 1903, tutte le sue proprietà passarono prima al pronipote Richard Bethell Lord Westbury e successivamente professor Teodoro Stori, celebre chirurgo fiorentino e marito di Elisabetta Corsini che trasmise in eredità all'attuale proprietaria, la Contessa Lucrezia Miari Fulcis dei Principi Corsini.
Dei 300 ettari, 115 sono coltivati a olivi
(circa 20.000 piante), il resto sono orti e frutteti dove si coltiva perlopiù
il melo cotogno. I cultivar sono il frantoio e il moraiolo , che danno un olio
meno verde, molto amaro ma persistente. La fattoria è polifunzionale, vocata
alla produzione di olio ma anche al turismo con case vacanza, a fattoria didattica, allevamenti biologici
e agricoltura bio. La concimazione infatti avviene tramite le oche e gli asini
dell’Amiata.


Il progetto dell’olio Laudemio nasce dopo la
gelata dell'85, quando, quasi il 90% delle piante morirono a causa del freddo. Molti
dei produttori di olio locali, decisero di consorziarsi e far nascere un olio
partciolare, unico, che segue dei protocolli standard dalla raccolta all’imbottigliamento
e viaggia per canali diversi rispetto agli olii normalmente prodotti. Ogni
azienda agricola predispone una quantità di olivi da destinare al Laudemio e dalla
raccolta, che avviene a mano con agevolatori,da fine ottobre fino a dicembre, alla
frangitura, passano solo 6 ore. Solo15 minuti nelle gramole e olive lavorate a
freddo, sotto i 25 °C mantengono inalterati tutti i profumi dell'olio.
L’olio viene poi messo in fusti sotto azoto.
Un giro nella proprietà in fuoristrada tra
animali, fiori, paesaggi mozzafiato e tanti olivi e poi, a malincuore via ….ma
verso una nuova località baciata dal sole.

La
tenuta Santa Tea si trova a Reggello e si fonde con la storia dei fratelli Gonnelli,
iniziata nel 1585, quando per 300 soldi dai Frati del Convento del Carmine
di Firenze acquistarono il podere di Santa Tea, che produceva già un olio
straordinario, complice il microclima particolare dell’assolato altopiano di
Reggello, a 400 metri sul livello del mare, Questa posizione, al limite per la
produzione dell’olivo, lo ripara dalla mosca dell’olivo che rovina le colture
a partire dal litorale.
Oltre al vecchio frantoio, abbiamo potuto
vedere la potatura in atto. Questa operazione viene fatta ogni 3 anni, a
rotazione, sulle 60.000 piante della tenuta. Le varietà di olivi coltivati sono il
frantoio che dà un’oliva verde che a maturazione va dal rosso al blu e dà un
olio piccante aromatico, poi il pendolino che serve come impollinatore infine il leccino e il moraiolo.


Su queste piante vengono fatte diverse
potature, le più classiche sono a vaso policonico, aperte in alto per far
entrare bene la luce mentre, alcune, vengono potate per farle crescere in alto
con la classica potatura a bandiera.
La potatura avviene in due fasi, prima con
la sega vengono sgrossate le piante dai rami più grandi dopo, con le forbici,
si affina il lavoro fatto. Il periodo va da marzo ad aprile ma, nel caso della Tenuta
Santa Tea, viene cominciata già a febbraio, 20.000 olivi potati da 5 persone per
un totale di 50 piante in un giorno.

I rami e gli sfalci vengono lasciati a
terra e trinciati da una macchina che li riduce in pezzatura molto fine e con l’aggiunta
di materia organica costituiscono il concime biologico che serve alle piante.
Dopo aver tentato invano, di farmi adottare dalla famiglia Meari
Fulcis e aver pensato di voler fare il potatore di olivi da grande, sono
ritornata alla realtà con il mio olio Laudemio da provare.
Ho voluto fare una ricetta semplice dove l’olio, quello
buono, si sente eccome. Il cavolo nero, un pesto, un po’ di pane e un filo di
Laudemio Santa Tea.

Cavolo nero 2/3 mazzetti
circa 300 g
Pinoli 20 g
Mandorle 30 g
Aglio 1 spicchio (dipende dai gusti)
Parmigiano 50 g
Olio extravergine d’oliva
Laudemio
Sale
Privare le foglie della
costa e di tutte le parti più dure. Sbollentare le foglie pulite per qualche
minuto. Il cavolo non deve cuocere completamente ma rimanere leggermente
croccante. Nel mixer mettere le foglie, i pinoli, le mandorle, il formaggio
grattugiato, l’aglio e un goccio di acqua di cottura del cavolo . Tritare tutti
gli ingredienti sino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungere l’olio.
Utilizzare per condire la
pasta o per fare delle bruschette con del pane toscano.
Che posti Annarita!! C hai fatto fare un tour virtuale bellissimo! Trovo che anche il pesto sia delizioso...già me lo vedo su una linguina....mmmm....possibile che mi venga fame alle 8?? :-)
RispondiEliminaTra qualche settimana sarò a Firenze...potrei proprio fare una capatina in questi posti meravigliosi, senza tempo, grazie per la dritta e...visto che io ed il cavolo nero non andiamo molto d'accordo ma amo tutto quello che è "pesto" potrei proprio provarlo, grazie dell'idea!
RispondiEliminaMaiano mi manca all'appello, credo mi sarei divertita a fotografare tutti quegli splendidi animali e il tuo racconto? puntuale preciso e perfetto come sempre, brava!! :-) ci vediamo sabato ;-) Pippi
RispondiEliminache meraviglia questo posto e che favola il tuo pesto...chissà che buono quell'olio! complimenti cara Annarita!
RispondiEliminaSpettacolo allo stato puro! Come vivrei bene in mezzo a tutti quegli ulivi!
RispondiEliminaMa se sei brava a potare potresti venire a tagliare i miei...io prima o poi dovrò imparare!!!!
Ma quel pesto l'hai conservato un pochino per quando vengo? Cavolo nero mon amour....
Un abbraccio!
che magnifica idea il pesto di cavolo nero!
RispondiEliminaun bacio
che meraviglia di posti poi a due passi da casa! un giro fuori porta da tenere in considerazione, grazie x avercelo illustrato! ps. il tuo pesto poi parla da solo ;)))
RispondiEliminaTu pensa che una bottiglia di quest'olio sta anche in una certa cucina in Arabia Saudita...;)
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