Si mette a bollì una pentola alta
d'acqua.
Ci si spezzetta qualche foia di cavolo
nero, patate e diverse manciate de fagioli borlotti secchi - già mollati.
Col pistalardo e la mezzaluna se fa un
trito de cepolla e sedano, poco aglio e una fetta de lardo.
E se fa un bel sofrit.
Appena pront insieme a un osso de
prosciut se mette a bollì nella pentola. Il tutto deve bollì tre ore. Dopo si
leva l'osso, che si tira al can, si aggiunge nella pentola farina di frumenton
finch'è si ottenga un impasto morbido, infine si fa bollì per 45 minuti.
(Da "I mangiari di una volta in
Garfagnana" di Adriana Gallesi, MPF Ed.)
Che sia arrivata la primavera me ne sto accorgendo dai
fiori degli albicocchi in giardino, dall’aria più calda,
dai germogli sulle piante, dall'umore ballerino ma, soprattutto, da ritorno di Merletto. Ogni anno da
quando vivo qui, una coppia di merli arriva puntuale per fare il nido nel mio giardino.
Come faccio a accorgermi che è proprio Merletto? Semplice, ha un’ala fuori posto
che non gli impedisce di volare ma permette a me di identificarlo con certezza.
È buffo come ci si posso affezionare a chiunque, anche a un merlo, mi dispiacerebbe davvero non
vederlo più, non sentire il marito che brontola per i buchi in giardino o
avvicinarmi sempre di più quasi fino a toccarlo. Ha imparato a schivare il cane
e, soprattutto, i gatti della vicina, purtroppo però, così non è stato per la
nidiata dello scorso anno che è finita in pasto ai felini proprio nel momento
più delicato dell’abbandono del nido.

Anche se l’anticipo di primavera e l’alta
pressione di questi giorni ci ha più o meno comprensibilmente già portati tutti
verso visioni di spiaggia e vacanza, la mattina ci fa capire che non è ancora il
caso di abbandonare i cappotti, ecco che, cibi tipici dell’inverno caldi e
fumanti ancora non hanno abbandonato la mia tavola. È il caso dell’infarinata
garfagnina, uno di quei comfort food furbi che puoi preparare in anticipo e ti
durano per almeno 2/3 giorni e i cui avanzi puoi friggere. Una sorta di polenta
con cavolo nero che ha diversi nomi a seconda delle aree geografiche ma, tranne
alcuni ingredienti, è sempre la stessa zuppa. Farinata di cavolo nero,
bordatino, infarinata, incavolata, intruglia, chiamatela come volete è sempre lei e è fantastica,
prodotto di quel saper fare di una volta che, con poco, creava dei piatti senza
tempo. In passato si utilizzavano le cotenne del maiale per dare sostanza o il
brodo di maiale ma ho optato per una versione meno grassa, più in linea con i
gusti moderni.
Fagioli borlotti secchi 300 g
Cavolo nero 1
Farina di formenton ottofile 150 g
Patate 2
Cipolla 1
Carote 2
Sedano 1
Aglio 1
Salvia 2 foglie
Lardo 20 g
Olio extravergine di oliva
Sale
Pepe
Mettere a bagno i borlotti la sera precedente seguente. La
mattina successiva lavarli e metterli a cuocere in acqua con le foglie di
salvia per 2 ore o fino a che i fagioli siano diventati morbidi. Passate 2/3
dei fagioli lasciano il terzo rimanente intero.
Tritare cipolla, sedano, carote, aglio, e lardo. Sbucciare e
tagliare a dadini le patate. Pulire e tagliare il cavolo nero evitando le parti
più dure. In una pentola mettere a scaldare l'olio extravergine di oliva, poi
aggiungere l'aglio intero e il trito di odori e lardo e far soffriggere.
Mettere il cavolo nero e far cuocere per 2/3 minuti fino a che appassisce poi
aggiungere le patate. A questo punto si può togliere l’aglio o lasciarlo a
seconda dei gusti e si uniscono i fagioli passati e interi con l’acqua di
cottura e si mescola bene. Se l’acqua è poca si può aggiungere. Lasciar
riprendere il bollore poi versare la farina di mais mescolando bene in modo da
evitare la formazione di grumi. Regolare di sale. Cuocere almeno 40 minuti
aggiungendo acqua se necessario. La consistenza deve essere abbastanza densa.
Per servire condire con una spolverata di pepe e un giro
d’olio. Il giorno dopo è ancora più buona.
Bellissima questa ricetta!
RispondiEliminaGrazie per averla condivisa.
Ti abbraccio
Non ho mai sentito parlare di questa ricetta ma sono proprio curiosa di provarla per scoprire il suo sapore. A presto LA
RispondiEliminaDeve essere veramene un piatto gustoso e completo! Anche qui ci sono i merli e Romeo che è un gatto sveglione e casalingo li insegue fin sopra i rami ma poi cade stravaccato (per fortuna) e loro lo guardano divertiti :-) Baci
RispondiEliminaAnche noi avevamo dei merli che venivano puntualmente e che la mattina (molto presto!) iniziavano a cantare :-) A volte tornano, poi un po' la potatura delle piante dove nidificavano, un po' i gatti, mi sa che non abbiano trovato proprio il posto ideale :-D
RispondiEliminaIn questi giorni è così anche da noi e qualche bel piatto caldo ci sta ancora benissimo.
Fabio
Una ricetta senza glutine naturalmente! Ottima! Ora non mi resta che trovare questa farina ...
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