Quando Antonella ha parlato di passione come tema del
workshop svoltosi il 13,14 e 15 ho subito capito a cosa si riferiva.
Conosco
bene la mia terra e quanto in passato sia stato difficile sopravvivere isolati
per mancanza di viabilità e di risorse. Anche se tutto questo riguarda un
passato ormai lontano, il retaggio ancora si sente. Mi sono sempre chiesta cosa
spingesse, agli inizi del ‘900, molti a partire e altrettanti a stringere i
denti e restare. Famiglie numerose che come unico sbocco avevano quello di fare
i mezzadri o allevare qualche animale, in un territorio montagnoso, sceglievano
di andarsene e affrontare l’ignoto. Partire significava prendere in prestito
piccole somme da restituire, raggiungere anzitutto il porto di Genova, viaggi
affrontati con carretti o addirittura a piedi, poi il mare, che non avevano mai
visto, sopra navi troppo affollate. La Merica troppo spesso non era la terra
tanto sognata ma, l’inizio di un cammino difficile. Chi restava erano le mogli,
le madri a tessere i fili di famiglie disintegrate che potevano anche non
ricongiungersi mai. Chi sceglieva di restare lo faceva con la stessa sofferenza
di chi partiva ma, con meno speranza, solo un grande attaccamento alla propria
terra e alla famiglia.
La Garfagnana di oggi è il prodotto di chi ha resistito
e, con grande passione, ha cercato di realizzare se stesso e, di chi, è partito e
ha mandato soldi e idee nuove.
Nonostante la crescita di questi ultimi anni, la Garfagnana rimane
un territorio difficile. E’ stata costretta ad un isolamento forzato che ne ha
prodotto uno sviluppo tardivo ma, che ne ha anche preservato la ricchezza
naturale e il buon vivere. La Garfagnana ha fatto della propria lenta crescita, una
risorsa fatta non, di cemento e asfalto ma, di piccole realtà di grande valore.
E’ proprio di queste produzioni limitate, di grandi qualità,
che abbiamo visto i frutti nel blogtour. Realtà molto diverse ma
che esprimono quella stessa passione per il territorio, quel fuoco che ti
brucia dentro e che ti fa andare avanti, nonostante le difficoltà, certo che non
diventerai mai ricco ma, con la consapevolezza di fare un ottimo lavoro.
Cerasa rappresenta quel passato tenace, forte aggrappato
alle più strette tradizioni: Mario, pastore da tutta la vita ci accoglie con il
sole, insieme a Gemma, sua moglie, che cucina e fa per noi il formaggio. Mario con
Ombretta, la figlia, hanno accettato di ripopolare la Garfagnana con la pecora
bianca garfagnina, ormai quasi scomparsa alla fine degli anni ‘80. Recuperato un
primo nucleo nel Centro di Ovinicoltura di Castel del Monte (AQ), dal 2004 Mario,
con una costante e rigida selezione, che ha visto coinvolti l’Associazione
Provinciale Allevatori e le Università di Pisa e Firenze, ha consolidato un
gregge di un centinaio di capi che rappresenta la più grossa realtà esistente
per questa razza. Mario cura anche il castagneto che circonda la sua casa nel bosco.
un luogo unico che si perde nel tempo e nello spazio. Ogni castagno ha un “genitore”adottivo che consente di preservare la pulizia e l’integrità del bosco, in
cambio di castagne e farina di castagne.
La Maestà della Formica è il futuro: due ragazzi che, dalla
Versilia, stanno tentando di fare un riesling, coltivando le loro uve in terreno
di montagna, puro. Con la loro passione accendono i fuochi quando la
temperatura scende troppo repentinamente sotto lo zero, per proteggere le gemme
delicate, e puliscono i terreni. Facendolo hanno imparato a conoscere tutte le
piante spontanee e a valorizzarle, realizzano infatti marmellate, succhi, sott’aceti
e quanto la loro fantasia possa concepire.
Passione è l’Agriturismo Ai Frati, portato avanti da Luigi
che, per questo progetto, ha abbandonato il suo primo lavoro. Da solo si occupa di
tutto, con una gentilezza d’altri tempi che, ha permesso a noi blogger, di dare
sfogo alla nostra di passione, il cibo. Crepes con ingredienti garfagnini
conditi di risate, divertimento e un pizzico di follia.
Esiste una passione che non è imprenditoria, ma cultura e
amore, quella di Antonella per tutto ciò che è Garfagnana: la storia, le
tradizioni, la cucina, il turismo, la natura, quella che traspare dal suo sguardo
dolce ogni volta che ne parla.
Quella dei ragazzi dell’Archeopark che gestiscono la Fortezza
delle Verrucole, facendone un museo vivente con allestimenti e utensili che
riportano al medioevo. Loro stessi, vestiti con abiti dell’epoca, accompagnano i
visitatori in un racconto mai banale che sale di intensità ad ogni domanda.
Tutto questo è passione, passione Garfagnana
Questa ricetta è garfagnina nel senso che l’ha proposta per
la prima volta mio cognato nel suo ristorante, appena assaggiata l’ho fatta
mia:
Farina 0 450 g
Farina di castagne garfagnina 50 g
Lievito di birra 2 g
Acqua 55%
Sale mezzo cucchiaino
Lardo garfagnino 100 g
Pepe rosa
Un rametto di rosmarino
Mescolare bene le farine setacciate poi unire il lievito. Aggiungere acqua poco alla volta e impastare. Quando l'impasto è ben incordato aggiungere il sale e lasciar assorbire. Mettere a livitare fino al raddoppio per 3/4 ore a temperatura ambiente o in frigo anche per una notte intera. Riprendere l'impasto sgonfiandolo delicatamente e posizionarlo in una teglia unta d'olio. Lasciar riposare mezz'ora. mettere in forno a 250° C per 15 minuti o fino a doratura. Appena estratto distribuire le fette di lardo, il pepe rosa e il rosmarino.
Ti leggo e mi commuovo nel ricordo delle splendide giornate che ho passato lì e alle persone che ho avuto la fortuna di conoscere
RispondiEliminaLa passione per la tua Garfagnana Annarita è contagiosa ... decisamente!!
RispondiEliminaHo vissuto la tua terra, con la pioggia e con il sole, con il caldo e con il freddo e mi sono innamorata. di un amore che ti fa subito entrare in sintonia con i luoghi, con gli spazi, con le persone, con il cibo.
RispondiEliminaLa Garfagnana è una terra che ha deciso di non svendersi al primo offerente ma nemmeno di pagare lo scotto di trovarsi in un territorio lontano dalle strade più battute, scomodo da raggiungere. Ha saputo valorizzare quello che ha dentro e adesso sta iniziando a raccogliere i frutti.
Amo anch'io la Garfagnana.
RispondiEliminaAlzo lo sguardo per salutarla ogni mattina, qui dalla Piana. L'ho conosciuta tardi, passandoci qualche mese per un esame universiatrio, che mi ha dato molto di più di un voto sul libretto e tanti momenti bellissimi da ricordare.
L'Archeopark l'ho conosciuto quest'estate, insieme ai bimbi. La passione di quei ragazzi ci ha contagiato, davvero.
E ora tu mi dai altre persone e altri luoghi ancora da segnare sul carnet, da conoscere, ancora, da visitare, da assaporare. Che bello, un'altra occasione per ripartire! ;)
Arrivo solo adesso, dopo il turbine Liguria. Ieri passando in treno dalla Versilia, pensavo alla Garfagnana. E' un posto dove vorresti sempre tornare. L'ultima volta incontrare i ragazzi della Maestà della Formica, è stata una bellissima scoperta, ma ho adorato tornare alla Cerasa, rivedere Mario e ascoltare le sue storie. Ho già voglia di ripartire. Annarita, mi hai fatto venire un moto di nostalgia.
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