Mi è sempre piaciuto andarle a
cercare nel bosco, cadute a terra o ben allineate dentro “ricci” pungenti. Una
piccola fessura in quell’involucro spinoso da forzare con molta attenzione per
non bucarsi e dentro piccole e carnose uscivano le castagne. Amo il loro colore
autunnale, lucente, caldo di mille sfumature di marrone.
Se raccoglierle è sempre stato un
momento rilassante il rito delle mondine era pura poesia: da bambina ogni
compito che mi veniva affidato dagli adulti era una prova di maturità, un
compito da affrontare per sentirmi grande e, scegliere le castagne migliori,
quelle integre senza vermicello era uno di questi, il fuoco invece potevo solo
guardarlo da distanza di sicurezza. Qualcuno portava la padella bucata dal
manico lungo per poter stare abbastanza lontani dalle fiamme, le castagne
asciutte ben distribuite venivano cotte sul fuoco per un tempo imprecisato, a
occhio, fino quando il guscio si era ritirato e diventava semi carbonizzato. Il
momento più entusiasmante era vedere come con un gesto ripetitivo di grande
forza, l’addetto alle mondine le faceva saltare dentro la padella girandole senza
perderne nessuna, come un provetto chef. Arrivava poi il momento di sbucciarle
togliendo il guscio bollente, facendole saltare da una mano all’altra per non bruciarsi
e cercando di lasciarle integre e nude. Le raccoglievamo nei piatti per
mangiarle, tutti tranne me.
Non so come sia possibile ma, garfagnina da sette
generazioni, ho sempre odiato il sapore delle castagne, mondine, ballotte,
tullore, farina di castagne e tutte le specialità realizzate con tali
ingredienti. Con gli anni mi sono riavvicinata gradatamente al loro sapore e,
con molta sorpresa, ho capito che mescolando la farina di castagne ad esempio
con altre farine il gusto diventava davvero buono. Oggi non solo la mangio ma,
ne ho sempre in dispensa. La farina di castagne garfagnina ha un sapore molto
ricco, pungente e ne basta davvero poca per dare un sapore unico. La uso tutto
l’anno, cercando sempre nuove ricette.
Anche con il biroldo antico sanguinaccio tipico della zona ho avuto una storia controversa ma alla
fine, la qualità di certi prodotti vince sui pregiudizi infantili. Per il farro,
la mondiola, la farina di formenton 8 file, il miele, il formaggio pecorino, la
ricotta, la trota, il pane di patate, invece è sempre stato amore, ancor di più
oggi che ho potuto vedere da vicino la filiera che porta al prodotto finale.
A
novembre sono stata ospite con altri blogger di Garfagnana Terra Unica una
manifestazione che riunisce tutte le eccellenze gastronomiche garfagnine in una
sorta di local street-food, ogni borgo è presente con la propria specialità Careggine con la salsiccia,
Torrite con la trippa, Palleroso con le frittelle e il "cacio",
Trassilico con il pane e biroldo, Gallicano con le fogacce leve, Cascio con le
crisciolette, Filicaia con il farro, Pieve Fosciana con il formenton 8 file,
Vallico Sopra con la pitonca, Sillicano con i bomboloni, Villa Collemandina con
la trota, Casatico-Vitoio con i necci, Gragnana con la patata, Castelnuovo con
la porchetta, Castiglione con le tigelle, la Misericordia di Castelnuovo con le
mondine, in più molto altri prodotti da acquistare come funghi secchi, miele,
marmellate, castagne e tanto altro. Aspetto con ansia l’edizione 2018.
Nell'occasione con gli altri blogger abbiamo assistito al primo passo della Comunità del Cibo e Agrobiodiversità progetto gestito dall’Unione Comuni Garfagnana e finanziato nell’ambito
del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana in collaborazione con l’Università di Pisa, che
si pone come obiettivo quello di migliorare il sistema alimentare a
partire dalla valorizzazione delle produzioni locali, con particolare
attenzione alla conservazione della biodiversità
agroalimentare e degli ecosistemi. Questo al fine di incentivare e
garantire a livello locale, uno sviluppo economico, culturale, sociale e
ambientale armonico e rispettoso degli equilibri naturali.
150 g zucchero
250 g ricotta fresca
3 uova
50 g farina di castagne garfagnina
250 g farina
1 bustina di lievito per dolci
100 g gocce di cioccolato 100 g di nocciole
Lavorare le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto gonfio. Mescolare la ricotta e aggiungere poco alla volta le farine setacciate e il lievito. Unire le nocciole tritate e le gocce di cioccolato. Mescolare bene fino a ottenere un impasto omogeneo. Se dovesse risultare troppo denso aggiugere un gocio di latte. Imburrare e infarinare uno stampo per ciambelle e versare il composto. Infornate a 180°C per 30 minuti circa, vale la prova stecchino. Sfornare e una volta freddo, spolverizzare con zucchero a velo.
Avevo fatto anche io una torta farina di castagne e ricotta qualche anno fa, ricordo che mi era piaciuta molto. La tua è davvero bellissima!
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